Viaggio nel tempo: nascita del Cosmopolitan e il bar tending moderno

1985: Nasce il Cosmopolitan

Si dice sia il cocktail più bevuto negli Stati Uniti e apprezzato in tutto il mondo, soprattutto dal gentil sesso che, oltre ad essere affascinato dal glamour racchiuso nel suo nome, ne apprezza il colore e il gusto raffinato, l’ottimo equilibrio tra dolcezza e acidità e la sua gradazione alcolica di tutto rispetto. La notorietà di questo cocktail è legata, oltre alle sue carrateristiche, anche e sopratutto alle citazioni sul grande schermo. E' stata una delle serie televisive più cult e trendy degli ultimi anni, “Sex and the city”, a consacrare il Cosmopolitan rendendolo iconico, grazie a Carrie e le sue amiche, bevitrici affezionate del drink rosa. Ma come nasce il Cosmopolitan? Anche in questo caso, come per molti altri cocktail, le origini vantano diverse storie e leggende. La primissima versione lo colloca in Scozia attorno al 1927, dove il barista Harry MacElhone chiama così un cocktail a base di whisky, vermouth, punch svedese e vodka. Si fa riferimento a una versione simile a quella attuale nel 1934, che vede il gin al posto della vodka, il triple sec, lo sciroppo di lampone e limone. Per altri il drink nasce nella comunità gay di Province Town, nel Massachusset con il nome di Stealth Martini dove la cromia rosa è dovuta al cranberry che lo differenzia dagli altri Martini’s conferendogli un tocco femminile. A tal proposito la leggenda vuole che la dose di cranberry fosse stabilita non dal barman ma dal cliente che, alla giusta gradazione di rosa data dalle gocce del succo, dava il benestare per terminare la ricetta. Arriviamo infine alla versione più accreditata che vede Cheryl Cook, barlady allo Strand di Miami, creare il cocktail nel 1985. Il Martini stava tornando di moda ma il drink sembrava non avere particolare appeal sulle donne al contrario del suo bicchiere. L’idea di creare un cocktail che potesse piacere a chiunque ma che stesse bene in questo bicchiere classico ha dato vita al Cosmopiltan. Adatto come aperitivo e come afterdinner, nell’ordinarlo bisogna tener conto della sua gradazione alcolica per la quale vige la regola del Martini: uno è poco ma due sono troppi!

2018: Mixology e Alchimia , il nuovo trend del bartending moderno

Uno dei trend nella mixology moderna è sicuramente l'utilizzo di erbe e aromi per la preparazione di homemade da utilizzare nei cocktail. La tradizione erborista in Italia ha radici antichissime che derivano dai monaci benedettini e che oggi, con l’ausilio delle nuove tecnologie, permettono ai bartender, sempre alla ricerca di nuove sfumature di sapore, di mettere in risalto le loro conoscenze, la tecnica e la loro creatività. Per homemade si intendono tutte quelle preparazioni fatte “in casa”: dalla ginger beer, alle infusioni, fino agli estratti e ai distillati. Nel nostro Paese l’utilizzo di questi prodotti non “industriali” deve seguire delle regole ben precise che, tra l’altro, prevedono il consumo delle stesse nell’arco delle venitquattro ore. Ben vengano gli home made ma è necessario essere in grado di utilizzare le materie prime nel modo corretto. A tal proposito e per venire incontro a questa tendenza nel nostro Paese, la scuola di bartending Planet One ha dedicato dei corsi ad hoc in grado di fornire la giusta preparazione sia sui dosaggi e i benefici degli ingredienti naturali che sulle tecniche e le attrezzature da utilizzare. Planet One ha anche messo a punto alambicchi di ultima generazione, fatti in vetro soffiato anziché in rame che, grazie alle loro dimensioni ridotte, possono essere utilizzate nei bar, posizionandosi a vista dietro il bancone. È possibile così avere distillati in tempo reale in grado di venire incontro alle preferenze della clientela, con ricette che uniscono il gusto ai profumi di ingredienti rigorosamente biologici.