Storia dell'Amaro Lucano e della sua ricetta segreta

di Francesca Negri


Pasquale Vena non voleva fare l’americano. Il suo sogno non era sbarcare a Staten Island, come avevano deciso di fare tutti i suoi fratelli, bensì di restare tra i profumi della sua Lucania, tra gli abeti, i lecci, le erbe e i fiori che crescevano - e crescono ancora oggi - in ogni angolo di quel fazzoletto di terra impervia che è la Basilicata, tra i lupi, le aquile reali e i falchi pellegrini. Parte da qui la storia di un pasticcere appassionato di erboristeria, inventore di uno degli amari italiani più famosi del mondo.

Nel retrobottega del suo biscottificio a Pisticci, Pasquale Vena non la smetteva mai di armeggiare con aromi ed erbe, provava e riprovava ricette su ricette alla ricerca del liquore perfetto. Andò avanti così per qualche anno finché nel 1894 arrivò al risultato che stava cercando: una miscela dalle inconfondibili note agrumate e floreali, piena di carattere ed estremamente equilibrata. Un po’ come lui.

Nasce così Amaro Lucano e il successo è immediato, al punto che in breve tempo conquista persino la Reale Casa Savoia, di cui Vena diventa fornitore ufficiale. Amaro Lucano diventa il liquore del Re e la sua notorietà dilaga finché la Seconda Guerra Mondiale non stende il suo velo cupo anche sulla Lucania: mancano le materie prime e la produzione deve essere interrotta, ma Pasquale non si scoraggia. Agli affari di famiglia si uniscono i figli Leonardo, che si occupava principalmente di amministrazione, e Giuseppe, che girava in lungo e in largo per l’Italia con un piccolo furgoncino per proporre Amaro Lucano e gli altri prodotti di casa Vena e non tornava a casa finché non aveva venduto tutto.

Nel 1965, la svolta: l’azienda si trasferisce nel nuovo stabilimento di Pisticci Scalo, dove la produzione arriva alla cifra record di 117.000 litri di Amaro Lucano annui, quantità supportante anche da innovative campagne pubblicitarie e un claim, coniato negli anni Ottanta, che ancora oggi fa parte dei gerghi del nostro linguaggio di tutti i giorni: “Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano”. Un tormentone intramontabile che rese l’amaro di Pasquale immortale.

La ricetta, mettetevi il cuore in pace, non la potete sapere. La formula dell’Amaro Lucano è tramandata di padre in figlio, come si faceva una volta con ciò che di più caro si poteva avere. L'elenco di tutte le erbe e le dosi esatte rimangono ancora segrete e la preparazione, nella sua fase ultima, è ancora oggi eseguita a porte chiuse dai membri della famiglia che portano avanti l'azienda. Bisogna quindi accontentarsi di sapere che la miscela è un’infusione idroalcolica fatta con più di 30 erbe officinali e zucchero. Il colore ricorda il caramello bruno, mentre al palato conquista con un’alternanza di note dolci e amare, estremamente seducenti.

Il modo migliore per gustarlo? Come digestivo, si può bere liscio, con ghiaccio o con una scorza di arancia, ma è nella mixology che vi stupirà: provatelo miscelato semplicemente con una gassosa o un chinotto e una fetta di limone, oppure fate andare la fantasia per creare inediti Negroni o Americani (trovate una collezione di interessati cocktail a base di Amaro Lucano cliccando qui. Dentro ci sentirete sempre uno degli ingredienti segreti di questo liquore, la passione.

  • #eccellenze a tavola


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