L'Harry Johnson's Bartenders Manual e la nascita del Savoy Hotel

di drinKing


1882: Harry Johnson pubblica “Harry Johnson’s Bartenders Manual”

La rivista Imbibe ha defiinito Harry Johnson una delle personalità più influenti in materia di cocktail negli ultimi 100 anni ed è considerato, insieme al professore Herry Thomas, "il padre del bartending professionale statunitense”. Tra i due è noto che i rapporti non fossero idilliaci, anzi, erano rivali dichiarati e per tutta la loro carriera fu un avvicendarsi di provocazioni e litigi, nel tentativo di affermarsi l’uno sull’altro a suon di pubblicazioni: entrambi, infatti, sono autori di libri, considerati ancora oggi delle vere e proprie bibbie del bartending. Autore del libro “Harry Johnson’s Bartenders Manual” del 1882, Harry dispensa consigli su tecniche e strumenti di lavoro oltre che di buone maniere, dando ampio spazio alle ricette scoperte durante le sue numerose trasferte in giro per l’America e ai drink francesi, inglesi, russi, tedeschi, spagnoli e italiani. A caratterizzare questo volume nelle sue numerose ristampe, c’è sicuramente il tema dedicato alla gestione del bar e le sue istruzioni dettagliate per diventare un vero bartender: si parla di come aprire un nuovo locale, di suggerimenti relativi all’addestramento dei ragazzi in azienda, del servizio al cliente, etc… Nel 1890 Harry decide di separarsi definitivamente dal bancone bar e dagli attrezzi del mestiere, per dedicarsi alla consulenza, diventando difatti il primo consulente della storia: apre la prima agenzia in grado di offrire supporto nell'apertura di nuovi locali, nella formulazione di una drink list, nella formazione del personale e nella gestione economica dell’attività. Durante la sua carriera si prodigò anche per fondare il primo sindacato per la categoria dei bartender.

1889: Nasce il Savoy Hotel di Londra

Il Savoy di Londra è uno dei luoghi simbolo della mixology moderna, una sorta di La Mecca del bartending, dove molti sono stati i bartenders di successo che ci hanno lavorato e luogo che, ancora oggi, suscita ammirazione dagli addetti ai lavori. Costruito dall'impresario teatrale Richard D'Oyly Carte, apre i battenti il 6 agosto 1889, primo hotel di Lusso di Londra, poteva contare su innovazioni mai viste prima di allora in un’unica struttura: luce elettrica, ascensori, bagni in camera, acqua corrente calda e fredda, oltre che ristorazione di altissimo livello e il primo american Bar londinese. Il Savoy garantiva uno standard qualitativo senza precedenti nel servizio alberghiero, nell'intrattenimento e nella ristorazione di lusso e, di conseguenza, la sua era una clientela esclusiva fatta di star del cinema, politici, teste coronate e Americani in cerca di alcol fuori dai divieti del proibizionismo americano. Il suo American Bar ha ospitato personaggi del calibro di Ada Coleman, Harry Craddok e Peter Dorelli e ha dato i natali a moltissimi drink tra i più conosciuti e bevuti al mondo ancora oggi ,come l’Hanky Panky per dirne uno, le cui ricette furono raccolte nel celebre libro "Savoy Cocktail Book". Il Savoy Hotel è stato definito"l'hotel più famoso di Londra" e rimane uno degli hotel più prestigiosi e opulenti della City, con le 268 stanze con vista panoramica sul Tamigi, 3 ristoranti, 1 sala da tè, 3 pasticcerie, 1 caffetteria, diverse cucine interne oltre a fiorai, maggiordomi, consierge e ben 3 cocktail bar. A proposito di bar, l’American Bar del Savoy Hotel di Londra rappresenta, ancora oggi, una delle più importanti mete in fatto di miscelazione, tanto da guadagnarsi il titolo di The World’s Best Bar 2017. Se siete a Londra, bere un cocktail al Savoy è quindi d’obbligo e, quest’anno, la sua Cocktail list "Every moment tell a story" è dedicata alle splendide foto che adornano le pareti del bar, firmate da Terry O'Neill.

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