1940: Donn Beach e l’era Tiki
Durante il periodo del Proibizionismo, gli Americani presero l’abitudine di spendere le loro vacanze nei paesi esotici, questo per potersi gustare in santa pace un drink, senza la paura di irruzioni della polizia, visto il divieto di consumare alcolici, in seguito al "Volstead Act". A caratterizzare l’era Tiki era proprio il rimando a quei posti esotici che piacevano e facevano sognare gran parte degli Americani: i locali riproducono le ambientazioni con colori e allestimenti, il distillato di riferimento è senza ombra di dubbio il rum, di diversi invecchiamenti, con l’aggiunta di aromatizzanti alcolici e succhi. I personaggi iconici di questo periodo, nel mondo del bartending sono due: Vic Bergeron e Ernest Raymond Beaumont, meglio conosciuto come Donn Beach che fu, di fatto, l’inventore di questa moda, quando aprì il suo locale “Donn the Beachcomber” a Los Angeles, nel 1930. Donn sarà l’ideatore di alcuni dei più famosi cocktail a base rum della storia della miscelazione, note come le “Rapsodie del rum”. Trai i suoi drink più conosciuti troviamo lo Zombie e il “Don’s Pearl”, quest’ultimo prevedeva una vera e propria strategia di marketing, per cui ogni 5 drink si aveva diritto a una vera perla nel bicchiere. Anche Trader Vic creerà cocktail famosissimi, come il Mai Tai e lo Scorpion. La moda Tiki si prolunga fino alla fine degli anni '50, anche per via della Seconda Guerra Mondiale quando le truppe, impegnate contro il Giappone nel Pacifico, trascorrono le licenze dal fronte nei bar esotici tipici di quei luoghi e, una volta ritornati in patria, apprezzavano tale ambientazione. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’avvento della Guerra Fredda, l’era Tiki lascerà spazio al consumo di vodka e a una nuova era.
1950: Disciplinare italo-francese sulla denominazione del Cognac
Il cognac è un distillato di vino prodotto nel territorio della costa occidentale della Francia, a nord di Bordeaux e protetto da denominazione d’origine - AOC “appellation d’origine controllate”. Da sempre si è affermato come distillato di successo e questo ha fatto proliferare le imitazioni, legate al nome in etichetta a ricordare, per assonanza, il cognac. Questo rese necessario, già nel 1909 un disciplinare di produzione contenente informazioni specifiche sulle aree produzione, necessariamente delimitate fra la Charente e la Charente Marittime, le specifiche delle materie prime utilizzate, i metodi produttivi da seguire e l’invecchiamento minimo prima della commercializzazione. Prima dell’entrata in vigore di questo disciplinare produttivo la dicitura cognac, poteva essere utilizzata liberamente in ogni stato da quei produttori che avevano in commercio acquaviti con un profilo organolettico simile, e le distillerie fuori denominazione potevano sfruttare il successo e vivere di luce riflessa, giocando sull’equivoco, con prodotti che spesso erano qualitativamente inferiori. Durante il periodo fascista il nome cognac è stato italianizzato da Gabriele d'Annunzio in “arzente” ma senza successo; in Italia fino al 1949 ogni distillato di vino poteva legalmente chiamarsi cognac, indipendentemente dalla sua origine. Una convenzione italo-francese del maggio del 1948 stabilì che dal 1º gennaio 1950 il termine cognac è prerogativa dei soli distillati di vino prodotti nella regione di Cognac. I distillati di vino di altra origine, ad esempio italiana, ma anche francese al di fuori della zona d'origine, sono perciò definiti brandy.
- #Viaggio nel tempo
Cerchi un distributore di birra per il tuo locale? Contattaci!
Richiesta di contatto
Per richiedere informazioni a Partesa compila il form, selezionando l’argomento tra quelli suggeriti nel campo sottostante
(*campi obbligatori)