Perchè dovresti inserire il pic-nic nell'offerta del tuo locale

di Francesca Negri


C’erano una volta le gite fuori porta, i pranzi sull’erba della nobiltà e quelli più spartani con sacco in spalla e panini preparati dalla mamma. Il pic-nic ha sempre avuto un che di romantico e oggi sta tornando alla ribalta al punto che gli esperti assicurano che sarà una delle proposte più trendy dell’estate 2019: un’idea in più che potrebbe arricchire anche la proposta del tuo locale.

Che tu gestisca un wine bar, una trattoria o un ristorante di alta cucina, potrai declinare la proposta secondo il tuo stile ma con un must comune: alta qualità e stile gourmet. È così che il pic-nic diventa chic-nic. Lo dimostra il successo di format come Scamporella, nel cesenate, con il quale il pic-nic d’autore impazza a tal punto da convincere gli chef stellati a uscire dai ristoranti e «firmare» squisiti cestini, ma ancor prima l’esempio tutt’altro che estemporaneo della Vineria Cozzi di Bergamo, in città alta. Complice la location, sulla centralissima via Colleoni, a due passi dai prati ombreggiati da alberi secolari del parco dei colli che circonda tutta la parte storica del capoluogo bergamasco, questo storico ristorantino affianca da anni alla proposta menu tradizionale la possibilità di tre cestini pic-nic take away. Con la più basic, a 22 euro, nel cesto si trovano golose baguette, una panzanella con verdure di stagione, acciughe e pane tostato e altre sfizioserie, compreso un dolce a scelta tra latte in piedi, amarene, cioccolato fondente oppure mousse al cioccolato bianco e passion fruit. Nella proposta “Pic-nicking”, invece, ci si sbizzarrisce tra uovo in tazza con fonduta di Taleggio e tartufo nero; crostone vitello tonnato, capperi croccanti, petali di tonno e cetriolini; lasagna scomposta al basilico, croccante di calamaro, capperi, olive e pomodori spadellati; gnocchi fatti in casa alla carbonara; polentina bergamasca ripiena di formaggio, fonduta e funghi e molto altro, dessert compreso (32 e 42 euro). E poi c’è il pic-nic formato baby, con panino al prosciutto, pop-corn e dolcetto a 10 euro.

Un fenomeno, quello dello chic-nic, che sta tornando in auge worldwine. Persino a Tokyo, sulla terrazza del ristorante Bulgari nel cuore di Ginza, il quartiere del lusso della capitale giapponese, ora si usa fare pic-nic di alta gamma, con cibo all'italiana accuratamente servito dentro cestini di vimini: panini con pomodoro e mozzarella, basilico e olio d'oliva, pizza bianca farcita con la mortadella, pizza rossa. Tutto abbinato al vino più chic del mondo, lo Champagne, ça va sans dire.

Poi c’è anche la versione del pic-nic 4.0: a Roma basta un clic per vedersi recapitare il proprio cestino da pic-nic (4 le tipologie di proposta, dalla più semplice Roman Delight alla più particolare Romantic) in uno dei cinque parchi più belli della capitale - Villa Borghese, Villa Doria Panphili, Villa Celimontana, Colle Opium e Piazza Navona - grazie al sito https://www.vivi.it

Impossibile non pensare al celebre dipinto Déjeuner sur l’herbe di Édouard Manet, una tela che è stata in grado di far saltare in un colpo solo tutti i protocolli, artistici e sociali, gastronomici e morali della borghesia ottocentesca. Così oggi colazioni, pranzi e cene en plein air sono il simbolo di una nuova liberazione da convenzioni e rituali della tavola (e non solo) di cui sempre di più ci si sente il bisogno di svincolarsi, tra arte e natura.



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