Il tarallo? Uno dei primi street food d'Italia

di Francesca Negri


Si trovavano per strada, soprattutto nei quartieri più poveri: l’arrivo del “tarallaro”, con la sua caratteristica cesta in spalla, era un momento atteso, fin dall’Ottocento, da grandi e piccini. Era lui che vendeva i taralli, anelli di pane bolliti e poi cotti al forno, prodotti con gli scarti del pane. Da cibo per povera gente oggi il tarallo ha conquistato la denominazione di Prodotto agroalimentare tradizionale italiano (PAT) e ha persino sfatato il suo abbinamento per antonomasia: ai tarallucci e vino, infatti, ora sono sempre di più quelli che preferiscono tarallucci e birra, dimostrando così come un prodotto dalle origini antichissime sia capace di arrivare fino ai giorni nostri come uno dei protagonisti indiscussi del cibo made in Italy nel mondo.

Il tarallo pugliese nacque probabilmente agli inizi del 1400: prodotto povero e semplice, veniva preparato nelle case contadine e offerto agli ospiti assieme a un bicchiere di vino (se vuoi approfondire la storia del tarallo, clicca qui). Le origini del suo nome sono controverse: secondo alcuni deriverebbe dal latino torrère, abbrustolire; secondo altri, invece, dal francese toral, essiccatoio. Altre due ipotesi lo fanno risalire al francese antico danal, cioè pane rotondo, o all'italico tar, avvolgere. Sembra, però, che l'origine più probabile sia greca, dalla parola daratos, che significava "sorta di pane". E proprio al posto del pane, ieri come oggi, si usa consumarlo.

Un prodotto, dicevamo, che ormai è famoso in tutto il mondo, anche grazie ad aziende come Fiore di Puglia, tra i più importanti produttori di taralli pugliesi. «Dalla consapevolezza dell’importanza di preservare e tramandare le storie del gusto che ci appartengono e in virtù del grande rispetto per la cultura gastronomica locale e pugliese, Fiore di Puglia, da oltre 20 anni, produce snack da forno genuini realizzati solo con materie prime di alta qualità e di provenienza pugliese», fa sapere la famiglia Fiore, proprietaria dell’azienda nata nel 1990 ma che affonda le proprie origini dall’attività di nonno Cataldo, avviata nel 1940. Oltre 60 anni e 3 generazioni di esperienza e abnegazione nel mondo della panificazione, che si ritrovano nella qualità dei prodotti da forno, a partire proprio dai taralli.

L’obiettivo? Valorizzare la cultura contadina e gastronomica pugliese lavorando solo materie prime genuine e utilizzando esclusivamente il metodo di lievitazione naturale, il tutto nel rispetto del territorio anche grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico 100% made in Puglia e l’utilizzo sistemi di cottura con forni alimentati a pellet. Insomma, un’azienda dall’animo green, anche per questo è stata scelta da Partesa per la sua proposta di prodotti food & beverage in distribuzione, in particolare con i taralli ai gusti classico e peperoncino e il “pan bruschette classiche”, che si distinguono per friabilità e fragranza uniche.

L’abbinamento ideale? I taralli pugliesi si possono gustare al meglio con la maggior parte dei vini bianchi e rossi, in particolare con il Negramaro o con il Lambrusco, ma anche con birre Lager e Ale, magari accompagnati da un tagliere di salumi e formaggi.

  • #eccellenze a tavola


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