Le Olimpiadi della pizza? A Napoli, il prossimo luglio

di Francesca Negri


Tutto pronto a Napoli per le Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana, prima edizione di una competizione che si preannuncia già destinata a lasciare il segno: dall'8 al 10 luglio a sfidarsi saranno pizzerie e i maestri pizzaioli affiliati Avpn (Associazione Verace Pizza Napoletana) sparsi nei cinque continenti e gli under 35 non affiliati, ai quali sarà riservata una categoria speciale.

Cinque le discipline in cui i concorrenti si dovranno sfidare: “Napoletana classica” realizzata secondo la tradizione, “Gourmet” per rivisitare in chiave moderna i canoni del disciplinare Avpn, “Gluten free”, “Fritta” e “Mastunicola”, ovvero un disco di pasta con strutto o olio extravergine, basilico, cacio e pepe. I vincitori saranno annunciati il 10 luglio nel corso della serata di gala “Pizza con le Stelle”.

Ma prima della sfida napoletana l’associazione sarà impegnata in un tour che toccherà diversi Paesi, dagli Stati Uniti all’Australia, per selezionare i pizzaioli che prenderanno parte alle Olimpiadi. In Brasile si sceglieranno i rappresentanti del Sud America, in Germania quelli per l’Europa, poi sarà la volta dell’East Coast degli Stati Uniti e del Canada, mentre in Australia si selezioneranno quelli per l’Oceania, in Giappone si terranno le qualificazioni per l’Asia e infine sarà la volta della West Coast degli Stati Uniti assieme al Messico.

Nel corso delle Olimpiadi della Pizza si terranno anche momenti di confronto e approfondimento tra soci e operatori del settore. In calendario ci saranno degustazioni, workshop, seminari tecnici e visite guidate. Tra i vari appuntamenti è previsto un seminario in collaborazione con l’Unesco sul tema della valorizzazione dell’arte del “pizzaiuolo” napoletano, proclamata a dicembre 2017 Patrimonio culturale dell’umanità. Un riconoscimento che premia come unica al mondo la creatività alimentare della comunità napoletana.

Per l'Unesco, si legge nella decisione finale, "il know-how” culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l'impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da "palcoscenico" durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un'atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale".

L'Organizzazione delle Nazioni Unite ha premiato così il lungo lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che nel 2009 aveva iniziato a redigere il dossier di candidatura con il supporto delle associazioni dei pizzaioli e della Regione Campania, superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea.

  • #pizza





    Altri Articoli