Il consumo di birra sta vivendo un cambiamento graduale ma in crescita, orientato da una crescente attenzione alla salute, da cambiamenti nelle abitudini di consumo e da una ricerca di bevande più leggere e meno alcoliche.
Alla ricerca del soft pleasure, un trend globale in crescita
Negli ultimi due anni le vendite di birre analcoliche hanno registrato incrementi a doppia cifra in moltissimi Paesi.
In Europa, il segmento “0.0” ha conquistato una fetta sempre più importante del mercato, sostenuto da consumatori che desiderano ridurre l’alcol senza rinunciare al gusto.
Il rapporto IWSR conferma una crescita costante della categoria low alcol, che comprende birre leggere e altri prodotti con gradazione ridotta, prevedendo un incremento del 6% nella domanda globale entro il 2027 nei principali dieci mercati.
A trainare questa crescita sono soprattutto i consumatori più giovani, in particolare la GenZ: il 75% di loro dichiara di voler ridurre il consumo di alcol, optando per alternative più leggere o totalmente analcoliche.
Questa tendenza riflette una crescente consapevolezza verso salute e benessere, ma anche motivazioni sociali ed economiche.
L’Italia abbraccia la tendenza della birra no e low alcol
Secondo dati recenti, oltre il 20% dei giovani italiani tra i 18 e i 30 anni dichiara di acquistare regolarmente birre analcoliche, spesso per motivi legati alla salute, allo sport o semplicemente alla voglia di bere in leggerezza.
Uno studio BVA Doxa per il Centro Informazione Birra di AssoBirra evidenzia come la tendenza low alcol si inserisca perfettamente nel concetto di soft pleasure, particolarmente diffuso nei mesi invernali.
Le birre a basso contenuto alcolico diventano così la scelta privilegiata da chi desidera coniugare gusto e moderazione, convivialità e benessere.
Zero alcol: un segmento in pieno fermento
All’interno di questo scenario, il segmento no alcol sta performando in modo eccellente. Il merito va anche a brand leader come Heineken 0.0, che sta guidando lo sviluppo del mercato in Italia, dimostrando che una birra analcolica può garantire gusto, autenticità e qualità.
Low alcol: un percorso a velocità diverse
Il segmento low alcol, invece, mostra una diffusione più graduale. In alcune aree del Paese ha già conquistato una sua base di consumatori, mentre in altre incontra ancora qualche resistenza.
Il fattore culturale gioca un ruolo importante: la tradizione italiana, fortemente legata alle strong lager, rende più lento l’adattamento a birre con gradazioni più leggere. Tuttavia, la direzione è chiara, soprattutto con i consumatori più giovani: bere meglio è un approccio destinato a consolidarsi.
Un nuovo modo di intendere lca convivialità
Il successo delle birre no e low alcol segna una nuova fase per la cultura birraria: un equilibrio tra gusto, moderazione e qualità.
Non si tratta più solo di un trend passeggero, ma di un cambiamento culturale nel modo di bere e di vivere i momenti conviviali.
Per il mondo horeca, questo significa nuove opportunità: proporre un’offerta più ampia e contemporanea, capace di intercettare i nuovi stili di vita e attrarre consumatori attenti, curiosi e consapevoli.
