Ci sono due professori, una foresta selvaggia, un mastro birraio e un lievito misterioso. Non siamo però né in un libro di Robert Louis Stevenson né in un film di Hayao Miyazaki.
Questi sono i protagonisti di una storia vera, una storia che ha inizio 130 anni fa.
Il professore dell’800: le origini della storia
È il 1886 quando Gerard Adriaan Heineken, da oltre vent’anni proprietario della birreria De Hooiberg, situata nel cuore di Amsterdam, decide di far entrare nella sua squadra di lavoro il dottor Hartog Elion.
Hartog è un discepolo di Luis Pasteur, il padre della microbiologia moderna che negli anni precedenti ha scoperto come il processo di fermentazione della birra si basi sullo sviluppo di cellule speciali, oggi conosciute con il nome di lieviti.
L’origine della birra diventa così finalmente chiara e comprovata da evidenze scientifiche, liberata da quell’aura di mistero, che l’aveva caratterizzata fin dalla notte dei tempi.
Sulla base di questa scoperta, Elion decide di proseguire gli studi del suo mentore, scoprendo così l’esistenza di una moltitudine di lieviti. Lo studioso si concentra su due di questi in particolare – che denomina “A” e “D”, iniziando a effettuare degli esperimenti con l’obiettivo di produrre la birra. Elion sceglie il lievito “A” che diventerà il marchio inconfondibile di Heineken®.
La storia potrebbe quindi finire qui.
Ma non è così...
Il professore di oggi e la foresta
Diego Libkind è un ricercatore universitario argentino, che lavora presso l’Applied Microbiology and Biotechnology Lab della città di San Carlos de Bariloche.
Nel novembre del 2010 sta conducendo degli studi in una foresta della zona, lui che da circa dieci anni studia i lieviti e la loro biodiversità.
Per la precisione si trova in una foresta di faggi a 41° Sud e 71° Ovest. Nelle galle (escrescenze) che infettano gli alberi di questa foresta fa una scoperta incredibile: un raro lievito selvaggio, il Saccharomyces Eubayanus. Questo si rivela ben più di un semplice lievito: è infatti il lievito - fino a quel momento sconosciuto - che, ibridato con il Saccharomyces Cerevisiae (lievito che fermenta ad alte temperature), permette la fermentazione a basse temperature ed è quello attualmente utilizzato per la produzione del 90% delle birre presenti sul mercato.
Quella trovata insomma è l’origine di tutti i lieviti a bassa fermentazione, compreso il lievito A® di Heineken®.
Che fare dunque con questa scoperta?
Il mastro birraio
Willem van Waesberghe è un mastro birrario, più precisamente è il Global Craft and Brew Master di Heineken, dove lavora praticamente da vent’anni.
Lui ha l’intuizione: creare una birra usando questa incredibile scoperta.
Ma il compito non si rivela affatto facile. Il lievito è estremamente selvaggio e servono due anni di esperimenti e il lavoro di 50 persone solo nello stabilimento di Den Bosh, dove viene brassata.
Nasce così H41®, H come Heineken e 41 come il parallelo sud dove il lievito è stato trovato.
Il risultato però non è solo una birra, unica nel suo genere, ma è un nuovo stile birraio, quello delle wild lager.
Uno stile unico ed innovativo, il trait d'union tra le birre lager e le speciali. Con un gusto corposo e pieno, più complesso rispetto alle lager tradizionali, ma allo stesso tempo pulito e deciso che la rende più facile da bere rispetto alle speciali.
La birra
H41® vi porta dove la birra lager non è mai stata. Questo lievito particolare infatti le conferisce un profilo organolettico simile a quello di una birra ad alta fermentazione: un buon corpo, con note speziate all’olfatto.
Colpisce subito per intensità e finezza, ma anche per un bouquet che si rivela molto articolato che va da eleganti note fruttate, passando a sentori maltati di crosta di pane e miele d’acacia, fino ad arrivare ad una gradevole speziatura che ricorda il pepe bianco e i chiodi di garofano.
Con un corpo pieno, rotondo e ben bilanciato è ideale per l’aperitivo e offre ottime possibilità in materia di abbinamento quasi a 360°.
Qualche idea? Provatela con una quiche salata a base di verdure, una Caesar Salad o una carbonara, non ve ne pentirete.
Bene, la storia delle wild lager finisce qui.
O forse no?
- #Patagonia
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