Birra: una storia lunga 6000 anni. Dalle origini alla Magna Grecia

di drinKing


Le scoperte più importanti hanno spesso origine da un caso fortuito. Ci piace immaginare che anche per la nascita della birra sia andata così: una ciotola piena d’orzo abbandonata sotto la pioggia, poi riscaldata dal sole in uno sconosciuto villaggio tra il fiume Tigri e l’Eufrate; da qui è iniziato un cammino che l’ha portata a essere attualmente la bevanda alcolica più diffusa e consumata nel mondo. Questo vuole la leggenda, tuttavia è certo che le prime citazioni storiche sulle birra risalgono proprio all’antica Mesopotamia, dove si sviluppò la coltivazione dei cereali, in particolare dell’orzo, ancora oggi suo ingrediente principe.

 

Alle origini della birra

Birra Sumeri 

 

Volendo indicare un periodo che riconduca alla nascita della birra, si può pensare di collocarla tra il 5000 e il 4000 avanti Cristo, accettando l’approssimazione del caso. Al momento sappiamo con certezza che il ritrovamento più importante che ci fornisce la prova della sua esistenza è il cosiddetto Monument Bleu, un manufatto con una serie di disegni e iscrizioni risalente al 3700 AC. Da questo e da altre iscrizioni ritrovate dagli archeologi si può comprendere anche il ruolo centrale della famosa bevanda nella vita delle popolazioni. Un’alta rilevanza non solo per ciò che riguarda l’alimentazione, ma anche per tutti gli aspetti legati alla religione. La birra, infatti, fa parte dei doni propiziatori agli dei e si narra che i sacerdoti la versassero vicino all’altare in una sorta di brindisi rituale alla divinità. E’ stata parte integrante dell’alimentazione quotidiana e la più ordinaria, detta bi-du, veniva utilizzata per calcolare il salario base degli operai (3 litri al giorno di retribuzione ordinaria e 3 litri di birra dolce per le donne dell’Harem).

 

La comparsa dei primi stili birrai

 Birra Babilonesi

 

È necessario attendere i tempi dei Babilonesi per iniziare a rintracciare birre diverse. Se la birra comune d’orzo era chiamata bi-se-bar, con il termine bi-kal si intendeva, invece, una birra di qualità superiore e con bi-gig una birra scura comune. Alcune birre erano inoltre aromatizzate con i datteri oppure con il miele.
Da una produzione casalinga e familiare si passa rapidamente ai primi spacci e questi si diffondono così tanto da indurre anche il re Hammurabi a parlarne nel suo famoso codice: si legge nel terzo paragrafo che il venditore può cedere la birra solo in cambio di grano e, sebbene in questo caso non si specifichi bene la pena, si sa che se è una sacerdotessa colta a entrare in un’osteria verrà messa al rogo. Le leggi di Hammurabi, inoltre, stabiliscono un prezzo massimo per la birra nel rapporto di 5/6 di litro di cereale per un litro di birra.
Dalla sorgente in Mesopotamia la birra attraversa, come fosse un fiume, tutta la storia delle antiche civiltà. In Egitto viene ricondotta a Osiride, il dio dei morti, a conferma del legame tra birra e immortalità e i cittadini più ricchi erano soliti farsi costruire delle birrerie in miniatura nelle loro tombe. Lungo il Nilo era apprezzata anche per le sue virtù curative e il cosiddetto papiro Ebers tramanda circa 600 prescrizioni mediche il cui ingrediente principale è la birra, al tempo chiamata zythum.
Nella storia ebraica il Talmud la inserisce, insieme al sidro e all’idromele, tra le bevande forti che si distinguono dal vino e l’Antico Testamento, nel libro del Deuteronomio, riferisce del consumo di birra nel corso di celebrazioni o di manifestazioni pubbliche. Nel regno di Israele, quindi, per quanto il vino fosse maggiormente considerato e ritenuto una bevanda più nobile, il popolo dimostra di gradire molto uno o più boccali di bionda bevanda.

 

...e la storia continua...

 

fonte: http://www.ilovebeer.it

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